Piani a induzione, cosa bisogna sapere
I piani a induzione sono una cosa bella e ve lo diciamo già dal 2008. Ad oggi, questa nuova tecnologia sta prendendo piede tra gli elettrodomestici da incasso per cucine e, come spesso succede, quando una cosa bella si scontra con la realtà, nascono i primi problemi.
Questo la rende una cosa meno bella? Non necessariamente. È vero però che ci vuole un po’ di consapevolezza quando si decide di fare un investimento di questo genere. Sul perchè comprare un piano cottura a induzione sia una scelta più che valida ve lo abbiamo già raccontato e, volendo riassumere in poche parole le caratteristiche di questi innovativi piani cottura c’è che non scaldano mai (utilizzano microonde), riducono i tempi di cottura, non disperdono gas e sono incredibilmente facili da pulire.
Quello che bisogna sapere (e che negli anni ha portato alcune persone a dover buttare la vecchia cucina) è che, non scaldando e non avendo di fatto una fiamma, creano una dispersione d’umidità molto maggiore rispetto ai piani cottura classici, i quali riducono la quantità di umidità prodotta e la incanalano verticalmente, rendendo così sufficiente l’uso di una cappa comune per convogliare il flusso umido. Con il piano cottura a induzione questo non succede perchè l’aria circostante rimane fredda, pertanto la grande mole d’umidità si disperde in un flusso caotico e genera molta condensa.
Questo può diventare un problema se la nostra cucina è disposta con pensili molto vicini al piano cottura ed una cappa non sufficiente a convogliare il flusso umido, causando episodi di condensa che possono di fatto far marcire i pensili. Il nostro consiglio è quindi di utilizzare cappe d’arredo in acciaio o vetro (non cappe interne al pensile) più larghe del piano cottura, di profondita preferibilmente superiore ai pensili e con una portata d’aspirazione elevata, o ancora meglio una cappa integrata al piano cottura (come fà ad esempio BORA con i suoi piani cottura).
Altra cosa da sapere: i piani a induzione consumano molto. Parliamo di circa 8-10 kilowatt per sfruttarli al meglio; è vero che possono essere limitati, ma a quel punto viene meno il loro stesso potere di cottura e ne limita le capacità. In altre parole, un piano ad induzione dovrebbe essere parte di un progetto ponderato d’investimento sulla vostra vita domestica, integrato ad esempio a dei pannelli fotovoltaici od altre soluzioni in grado di generare autonomamente energia.
Come sempre, vi invitiamo a commentare condividendo le vostre opinioni ed esperienze.
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